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Jacques Stella per la serie della Gerusalemme Liberata del Tempesta nell’edizione di François Langlois

Andrea Granati

Scritto da:

Andrea Granati

La fortuna della Gerusalemme Liberata di Torquato Tasso nella grafica e nella pittura è stata già ampiamente indagata dagli studi1.
Nel 1584 a Mantova venne data alle stampe nella bottega del tipografo Francesco Osanna la prima edizione del poema tassiano corredata da incisioni. Le illustrazioni furono realizzate da Giacomo Franco e Agostino Carracci2 su disegno del pittore genovese Bernardo Castello. Gli stessi rami vennero utilizzati per l’edizione del 1590 stampata a Genova per i torchi di Girolamo Bartoli, ritenuta erroneamente la prima pubblicazione illustrata della Liberata3.
Allo stesso anno risale la serie incisa dal fiorentino Antonio Tempesta. La datazione al 1590 è recente, mentre in passato è stata collocata agli anni Venti del Seicento4.
L’album di Antonio Tempesta, ritenuto il primo con le illustrazioni del Tasso che non accompagnano un testo5, è aperto da due dediche: una del 1590, sconosciuta al passato dibattito storiografico e che ha permesso di datare la serie a questo anno, redatta dal letterato Giulio Roscio di Orte e destinata al duca di Bracciano Virginio Orsini6 e l’altra, datata alla seconda metà degli anni Venti del XVII secolo, scritta da Antonio Tempesta e rivolta Taddeo Barberini (Fig.1), personaggio che iniziò ad acquisire un ruolo importante nella Roma governata da suo zio papa Urbano VIII (1623-1644). Quest’ultima dedica è stata presa come indizio per la passata proposta cronologica7.

Fig. 1: Antonio Tempesta, Dedica a Taddeo Barberini, post 1625, edizione curata da François Langlois nel 1644, British Museum, Londra.

Con le stesse lastre dell’album originale di Antonio Tempesta venne creata una nuova tiratura a Parigi nel 1644 grazie al lavoro editoriale dello stampatore François Langlois detto lo Ciartres (1588-1647), appellativo dovuto alla sua città natale, appunto Chartres8 (Fig. 2).

Fig. 2: Antonio Tempesta, Canto I della Gerusalemme Liberata, 1590, edizione curata da François Langlois nel 1644, British Museum, Londra.
 

La sua immagine è stata tramandata da importanti ritratti tra cui quello di Antony van Dyck, tradotto in incisione da Jean Pesne (Figg. 3-4)

Lo Ciartres si recò in Italia varie volte a partire dal 1614 e fino agli anni Trenta. La sua collaborazione con gli artisti italiani, tra cui lo stesso Antonio Tempesta, fu molto proficua. È stata quindi ipotizzata una vendita dello stato originale dell’album della Liberata da parte dell’artista fiorentino a François Langlois durante il suo primo soggiorno a Roma9. Questa proposta risulta però poco convincente in quanto è difficile che la serie sia arrivata nella stamperia parigina prima della creazione della citata dedica a Taddeo Barberini.
Si propone in questa sede di considerare una seconda ipotesi per spiegare le vicende che hanno portato in Francia le stampe tempestiane10.
Sappiamo infatti che il pittore lionese Jacques Stella (1596-1657), collaboratore oltre che vicino del Tempesta, lasciò Roma nel 1634 dopo un lungo soggiorno iniziato nel 1622 e preceduto da un periodo di attività a Firenze compreso tra il 1617-19 e il 1621 al servizio del granduca Cosimo II de Medici11.
Osservando l’opera di Antonio Tempesta imparò molto sulla pittura su pietra e fu influenzato nella pratica dell’arte grafica. Ebbe inoltre modo di lavorare per la famiglia Barberini diventando uno dei pittori del papa. Strinse amicizia con lo Ciartres con cui collaborò in varie occasioni a partire dal 1621 quando a Firenze realizzarono la stampa con l’Offerta de tributi dedicata a Ferdinando II12.
Lo Stella fu anche l’ideatore del disegno, inciso poi da Gilles Rousselet, per l’antiporta figurata dell’edizione della Liberata stampata a Parigi nel 164413.
Dunque all’interno di questo ambiente è possibile che Jacques Stella sia entrato in possesso dell’originale tempestiano consegnandolo, forse, allo studio di François Langlois che potrebbe aver avuto l’autorizzazione per una nuova pubblicazione dallo stesso Antonio Tempesta. Ciò è supponibile leggendo le sue parole nella dedica rivolta a Taddeo Barberini: “Avend’io deliberato, dopo l’aver fatte le p(rese)nti figure alla Gierusaleme del Tasso, de publicarlep(er) coloro, che o di pittura o di poesia si dilettano…”.
Appare quindi chiara l’intenzione di divulgare le proprie incisioni anche se sull’ipotetica attività avuta dai due francesi non ci dà nessuna informazione. Un ruolo di Jacques Stella in questa vicenda è suggerito anche dalla sua attività di collezionista. Numerose sono le opere, soprattutto disegni, di artisti italiani e francesi come Andrea Mantegna, Raffaello, Annibale Carracci, Gaspard Dughet e Nicolas Poussin che il pittore raccolse nella sua vasta raccolta. L’elenco dei suoi beni fu redatto dalla nipote Claudine Bouzonette-Stella (1636-1697), sua allieva nonché autrice di una copia grafica del suo autoritratto (Fig. 5), tra il 1693 e il 1697. Leggendo il lungo inventario, alla voce cinquantuno è scritto: «Un livre relié en veau brun, contenant les chasses et autre pièce d’ Antoine Tampeste, au nombre de huit cent vingt six pièce; les figures du Tasse de planche rare y sont»14.

Fig. 5: Claudine Bouzonette-Stella, Ritratto di Jacques Stella, da Jacques Stella, post 1657, British Museum, Londra.

Dunque non ci sono dubbi sull’appartenenza alla collezione di Jacques Stella delle “rare” figure di Torquato Tasso, da identificare con le illustrazioni della Liberata.
Come si è visto, probabilmente egli consegnò il ramo incisorio tempestiano alla bottega di François Langlois per la pubblicazione della nuova edizione e si impossessò di uno dei vari stati una volta stampato andando così da ampliare la già ricchissima collezione delle opere di Antonio Tempesta.

Andrea Granati, aprile 2024

NOTE
1) Cfr. Andrea Buzzoni (a cura di), Torquato Tasso tra Letteratura, Musica, Teatro, Arti figurative, Bologna, 1985; Claudia Cieri Via, La fortuna della Gerusalemme Liberata nella produzione artistica fra il XVI e il XVIII secolo, in Eroi della poesia epica nel Cinque-Seicento, Roma, 2004, pp. 419-441; Alfonso Paolella, Le incisioni della Gerusalemme Liberata dal XVI secolo al XVIII secolo, Castellammare di Stabia, 2017.
2) Sulle incisioni di Giacomo Franco e Agostino Carracci cfr. C.E. Bugatti, P. Zauli, Agostino Carracci e Giacomo Franco. Incisioni per la Gerusalemme Liberata (1590), Ancona, 1979. Su Giacomo Franco si veda Chiara Stefani, Franco, Giacomo, voce in “Dizionario Biografico degli Italiani”, vol. 50, 1998; Zeno Davoli, Dibattito su un incisore: Giacomo Franco, “Grafica d’arte”, 11, 2000, pp. 3-7; Ann Rosalind Jones, Labor and Iace: the crafts of Giacomo Franco’s “Habiti delle donne venetiane”, “I Tatti”, 17, 2, 2014, pp. 399-425; Stefania Mason Rinaldi, Dal disegno all’incisione: Palma il giovane compare e collaboratori, “Arte veneta”, 70, 2015, pp. 83-101; Fabrizio Bondi, Cadmo e il serpente: le “Metamorfosi” di Anguillara illustrate da Giacomo Franco, “Galassia Ariosto”, 2017, pp. 325-352.  La bibliografia su Agostino Carracci è molto amplia. Per una panoramica sulla sua attività incisoria cfr. Ann Sutherland Harris Agostino Carracci, in L’Idea del Bello. Viaggio per Roma nel Seicento con Giovan Pietro Bellori, catalogo della mostra, a cura di Evelina Borea e Carlo Gasparri, Roma, 2000, pp. 212-214; Marzia Faietti, Rebus d’artista. Agostino Carracci e “La carta dell’ogni cosa vince l’oro, “Artibus et Historiae”, vol. 28, no. 55, 2007, pp. 155-171;Hans Jakob Meier, The Contribution of Hendrick Goltzius and Agostino Carracci to interpretive Printmaking, in Crossing parallels – Agostino Carracci, Hendrick Goltzius, a cura di Susanne Pollack, Petersberg, 2021, pp. 53-67.
3) Si veda Nadia Bastogi, [Torquato Tasso, La Gierusalemme liberata di Torquato Tasso Con le Figure di Bernardo Castello; e le Annotazioni di Scipio Gentili, e di Giulio Guastavini, In Genova, Appresso Girolamo Bartoli, 1590], in L’arme e gli amori. La poesia di Ariosto, Tasso e Guarini nell’arte fiorentina del Seicento, catalogo della mostra, a cura di Elena Fumagalli, Massimiliano Rossi, Riccardo Spinelli, Livorno, 2001, pp. 120-122; Claudia Cieri Via, op.cit., p. 422; Fabrizio Biondi, [Scheda n. 17], in Donne, cavalieri, incanti, follia: viaggio attraverso le immagini dell’Orlando Furioso, catalogo della mostra, a cura di Lina Bolzoni e Carlo Alberto Girotto, Lucca, 2013, pp. 66-68; Elisa Martini, Il Tasso istoriato. La Gerusalemme tra edizioni e affreschi a Genova tra XVI e XVII secolo, in Le sorti d’Orlando. Illustrazioni e riscritture del Furioso, a cura di Daniela Caracciolo, Massimiliano Rossi, Lucca, 2013, pp. 213-231. Sull’edizione mantovana del 1584 e sul suo primato cronologico cfr. Alfonso Paolella, op.cit., pp. 21-25.
4) Sulla datazione recente si veda Ivi, pp. 173-176 mentre su quella passata cfr. Eckhard Leuschner, Antonio Tempesta’s Drawings for a “Gerusalemma Liberata”, “Master Drawings”, vol. 37, no. 2, summer, 1999, pp. 138-155 (propone gli anni 1624-1627); Paolo Di Paola, La Gerusalemme Liberata nel Palazzo Vincentini di Rieti, in Torquato Tasso e la cultura estense, a cura di Gianni Venturi, vol. II, Firenze, 1999, pp. 755-764 (propone gli anni 1620-1623).
5) Eckhard Leuschner, op.cit., p. 140; Nadia Bastogi, [Antonio Tempesta (Firenze 1555 ca. – Roma 1630). Serie di illustrazioni della Gerusalemme Liberata], in L’arme e gli amori cit…, p. 125.
6) Per la dedica di Giulio Roscio cfr. Alfonso Paolella, op.cit., p. 177.
7) Cfr. Alberto Merola, Barberini, Taddeo, voce in Dizionario Biografico degli Italiani”, vol. 6, 1964. La dedica rivolta a Taddeo Barberini è stata considerata come indizio per collocare l’album tra il 1624-27 dal Leuschner in quanto in questi anni il Barberini acquistò da Antonio Tempesta alcuni quadri.
8) Per lo Ciartres cfr. Marianne Froté-Langlois, Iconographie de François Langlois dit Ciartres, “Gazette des beaux-arts”, 6. Pér., 102., 1983, pp. 119-120; Blanche Llaurens, François Langlois dit Ciartres (1588-1647), marchand et éditeur des maitres italiens, “Horti Hesperidum”, 7, 2, 2017, pp. 149-178.
9) Alfonso Paolella, op.cit., p. 175.
10) La proposta è stata formulata per la prima volta in occasione della mia tesi di laurea. Cfr. Andrea Granati, “Un libraire et merchand d’estampes a Paris” e in Italia nel XVII secolo: il caso François Langlois “dit Ciartres”, tesi di laurea magistrale, relatore Massimo Moretti, correlatrice Maria Novella Barbolani di Montauto, Università “La Sapienza” di Roma, A.A. 2021-2022.
11) Cfr. Massimo Moretti, Gli anni romani di Jacques Stella (1622-1634) e due nuovi suoi quadri per la Cattedrale di Amelia al tempo del vescovo Domenico Pichi (1623-1633), “Studi di storia dell’arte”, 30, 2019, pp. 225-238.
12) Cfr. Ivi., pp. 225-228. I due furono in contatto più di dieci anni dopo, nel 1632. In questa occasione Jacques Stella scrisse una lettera a François Langlois consigliando il nome di Wilhem Baur per l’apparato illustrativo del De Bello Belgico di Famiano Strada pubblicato l’anno successivo; cfr. Caterina Volpi, Storia e verità, cronaca e pittura a Roma da Odoardo Farnese a Alessandro VII, da Annibale Carracci a Michelangelo Cerquozzi: una chiave di lettura in Close Reading. Kunsthistorische Interpretationen von Mittelalter bis in die moderne, Berlino/Boston, 2021, pp. 239-250.
13) Per l’immagine vedi Alfonso Paolella, op.cit., p. 178.
14) “Un libro rilegato in pelle marrone, contenente le cacce e altri pezzi di Antonio Tempesta, in numero di ottocentoventisei pezzi; le figure del Tasso di tavola rara qui sono”. J.J. Guiffrey, Testament et inventaires des biens, tableaux, desins, planches de cuivre et bijoux de Claudine Bouzonnet Stella rèdigés et écris par elle-meme 1693-1697, “Nouvelle archives de l’art francais”, V, 1877, pp. 1-113 (in particolare p. 61).

BIBLIOGRAFIA

Guiffrey 1877
J. Guiffrey, Testament et inventaires des biens, tableaux, desins, planches de cuivre et bijoux de Claudine Bouzonnet Stella rèdigés et écris par elle-meme 1693-1697, “Nouvelle archives de l’art francais”, V, 1877, pp. 1-113.

Leuschner 1999
Eckhard Leuschner, Antonio Tempesta’s Drawings for a “Gerusalemma Liberata”, “Master Drawings”, vol. 37, no. 2, summer, 1999, pp. 138-155.

Di Paola 1999
Paolo Di Paola, La Gerusalemme Liberata nel Palazzo Vincentini di Rieti, in Torquato Tasso e la cultura estense, a cura di Gianni Venturi, vol. II, Firenze, 1999, pp. 755-764

Bastogi 2001a
Nadia Bastogi, [Torquato Tasso, La Gierusalemme liberata di Torquato Tasso Con le Figure di Bernardo Castello; e le Annotazioni di Scipio Gentili, e di Giulio Guastavini, In Genova, Appresso Girolamo Bartoli, 1590], in L’arme e gli amori. La poesia di Ariosto, Tasso e Guarini nell’arte fiorentina del Seicento, catalogo della mostra, a cura di Elena Fumagalli, Massimiliano Rossi, Riccardo Spinelli, Livorno, 2001, pp. 120-122.

Bastogi 2001b
Nadia Bastogi, [Antonio Tempesta (Firenze 1555 ca. – Roma 1630). Serie di illustrazioni della Gerusalemme Liberata] , in L’arme e gli amori. La poesia di Ariosto, Tasso e Guarini nell’arte fiorentina del Seicento, catalogo della mostra, a cura di Elena Fumagalli, Massimiliano Rossi, Riccardo Spinelli, Livorno, 2001, pp. 125-128.

Cieri Via 2004
Claudia Cieri Via, La fortuna della Gerusalemme Liberata nella produzione artistica fra il XVI e il XVIII secolo, in Eroi della poesia epica nel Cinque-Seicento, Roma, 2004, pp. 419-441.

Paolella 2017
Alfonso Paolella, Le incisioni della Gerusalemme Liberata dal XVI secolo al XVIII secolo, Castellammare di Stabia, 2017.

Llaurens 2017
Blanche Llaurens, François Langlois dit Ciartres (1588-1647), marchand et éditeur des maitres italiens, “Horti Hesperidum”, 7, 2, 2017, pp. 149-178.

Moretti 2019
Massimo Moretti, Gli anni romani di Jacques Stella (1622-1634) e due nuovi suoi quadri per la Cattedrale di Amelia al tempo del vescovo Domenico Pichi (1623-1633), “Studi di storia dell’arte”, 30, 2019, pp. 225-238.

Volpi 2021
Caterina Volpi, Storia e verità, cronaca e pittura a Roma da Odoardo Farnese a Alessandro VII, da Annibale Carracci a Michelangelo Cerquozzi: una chiave di lettura in Close Reading. Kunsthistorische Interpretationen von Mittelalter bis in die moderne, Berlino/Boston, 2021, pp. 239-250.

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