Ossimori del presente: la materialità del digitale e l’Intelligenza Artificiale, un convegno
Pensavamo che avremmo parlato alle IA con la nostra lingua e invece dobbiamo imparare la loro,
o meglio, idearne una assieme – e anche questa è creatività
Francesco D’Isa
Il tredici e il quattordici maggio 2024, nello storico Palazzo Arese Borromeo di Cesano Maderno (sede dei seminari e degli incontri dell’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano) si tiene il convegno dal titolo Digital Materiality and Artificial Intelligence.
Il convegno è organizzato da ICONE – Centro Europeo di Ricerca in Storia e Teoria dell’Immagine dell’ateneo milanese, in collaborazione col Dottorato di ricerca in Storia dell’arte della Sapienza Università di Roma, e presenta una serie di esperienze, di progetti e di riflessioni sui temi cruciali richiamati nel titolo.
Il passaggio in digitale di enormi quantità di dati storico-artistici provenienti da fonti disparate, il loro uso nei sistemi di Intelligenza Artificiale, le ricadute nei campi della ricerca, della gestione e della trasmissione dei saperi, così come nelle zone duttili della creatività contemporanea, avvengono in un intreccio di materialità (che include le infrastrutture tecnologiche, i dispositivi di accesso e controllo, i luoghi fisici coinvolti in questi passaggi, fra cui archivi e musei) e di immaterialità digitale, quella delle elaborazioni spesso opache dei dati, del loro uso e ri-uso, che comporta slittamenti dei concetti di veridicità, autorialità, proprietà intellettuale.
Per mantenere un filo nell’esplorazione, il convegno di Cesano Maderno accosta una serie di buone pratiche provenienti dal mondo della ricerca, della tutela e della comunicazione con riflessioni sulle incognite e gli aspetti oscuri di alcuni processi in corso.
Nel gruppo delle buone pratiche ragionate si trova l’esperienza dello Statens Museum for Kunst di Copenaghen, che da quindici anni applica le nuove tecnologie negli “spazi ibridi fra digitalità e materialità”, aprendosi da ultimo all’Intelligenza Artificiale, usata per l’analisi delle collezioni.
“Come può una galleria d’arte nazionale – con tutte le tradizioni e gli obblighi che derivano da un tale nome – applicare l’Intelligenza Artificiale alle sue operazioni in modo significativo ed eticamente corretto?” è la domanda da cui prende avvio Merete Sanderhoff, curatrice e senior advisor del museo danese, nel suo intervento Artificial Materiality and Digital Intelligence, che ricombina i termini ossimorici del convegno.
Paolo De Gasperis, direttore scientifico del museo Explora di Roma e co-curatore della transizione digitale dell’archivio della rivista “Storia dell’arte”, affronta quello che tecnicamente, nell’organizzazione dei dati, si chiama spazio latente, “una rappresentazione esplorabile in grado di fornire informazioni non ovvie, di rivelare relazioni non visibili tra i dati e di offrire una capacità interpretativa avanzata”. Nel suo intervento dal titolo A journey into latent space. Networks and relationships as expressions of meaning, la trama delle relazioni multidimensionali che strutturano lo spazio della conoscenza algoritmica è raccontata con riferimento al concetto di buon vicinato warburghiano e alle esperienze di artisti contemporanei come Refik Anadol e Mario Klingemann, che hanno lavorato con l’Intelligenza Artificiale su dataset di grandi musei internazionali.
Paolo Berti (Università Ca’ Foscari, Venezia) presenta altri tipi di spazi e di opacità nel suo intervento Blackboxing urban spaces: a back-and-forth media art practice in the algorithmic city, analizzando come “una nuova ecologia di reti neurali in grado di creare mappe auto-organizzate o di guidare la visione artificiale di telecamere a circuito chiuso” modifichi le strutture profonde degli spazi urbani e offra strumenti critici e produttivi alla media art.
L’integrazione dell’Intelligenza Artificiale – insieme con Realtà Virtuale e Realtà Aumentata – nella curatela “attiva e creativa” del patrimonio sono illustrati dall’intervento di Benedetta Carraro, Active and Creative Care of Stratified Heritage Sites: the Case of Villa Pisani. Gli interventi materiali, digitali, ibridi focalizzati alla trasmissione di conoscenze sulla villa palladiana sono lo spunto per una riflessione sulla necessità di scegliere soluzioni tecnologiche profondamente radicate nella cultura umanistica e in dialogo con la creatività contemporanea.
Un nucleo rilevante di contributi del convegno è dedicato a progetti di restituzione “aumentata” di archivi di grandi artisti.
Jana Horáková, docente di New Media Art presso la Masaryk University di Brno, insieme con Štěpán Miklánek (University of Technology di Brno) illustrano il processo di curatela del Vasulka Live Archive, dedicato ai pionieri della videoarte Steina e Woody Vasulka.
Preserving the Past, Embracing the Future: Curating the Vasulka Live Archive on the Remnants of Video Art pone l’accento “sui modi innovativi di applicare il concetto di Live Archive all’archivio digitale (e digitalizzato) dei Vasulka, coinvolgendo l’Intelligenza Artificiale come metodo di apprendimento automatico”.
All’intervento segue un’esperienza diretta di visualizzazione VR del progetto nella giornata del 14 maggio (vedi il Programma allegato).
Il tema della memoria e del mantenimento di un gradiente di realtà nella trasmissione di eredità personali e collettive è trattato da Laura Leuzzi (Robert Gordon University, Aberdeen) attraverso l’analisi delle pratiche di re-enactment (rievocazione) di performance artistiche, eventi storici, mostre basilari. Nel suo intervento Re-enactment and New Media: Journeys through Collective and Personal Memory, Leuzzi discute alcuni esempi di re-enactment collegati ai nuovi media, con attenzione all’uso di video o alla ricostruzione di spazi virtuali on line che permettano di “esplorare la memoria espansa di performance ed eventi” avvenuti nel passato.
Un affondo sulle modalità di trasmissione materiale e immateriale della legacy di un artista, nella fattispecie uno scultore come Andrea Cascella, è presentato da Benedetta Minardi (Università Vita-Salute San Raffaele, Milano), From Stone to Screen: Unveiling Andrea Cascella’s Artistic Legacy in the Digital Age. L’autrice si interroga sulla ratio delle scelte che portano a utilizzare strumenti digitali immersivi, con una riflessione sulle loro potenzialità nella restituzione anche di opere non finite.
Infine Chiara Borgonovo (Università Vita-Salute San Raffaele, Milano) si concentra su un caso di studio che coinvolge il collettivo artistico milanese Studio Azzurro. La documentazione sull’opera Il nuotatore (va troppo spesso ad Heidelberg), conservata nell’archivio del gruppo, è affrontata nei termini del suo impatto sull’interpretazione dell’opera. A Dive into the Archive: Documenting Performative Materiality through The Swimmer by Studio Azzurro, questo il titolo dell’intervento, discute il concetto di “materialità performativa” nella media art.
Il richiamo a Studio Azzurro segna una continuità con un precedente convegno promosso nel 2023 dal Centro ICONE, curato da Francesca Pola e dedicato allo straordinario formato di narrazione concepito e praticato da Studio Azzurro a partire, in particolare, dal ciclo di opere Portatori di storie.
E una continuità inaspettata fra i temi del convegno (in equilibrio fra patrimonio tramandato, rappresentazione, passaggio di significati, conservazione e nuova produzione di senso) e la sua sede lombarda ci aiuta a rintracciarla una osservazione di Alessandro Rossi (Università Vita-Salute San Raffaele, ICONE) che nel 2022, in una nota sulla storia materiale e immateriale di Palazzo Arese Borromeo, scritta in occasione di un workshop in loco proprio di Studio Azzurro (Stanze Laboratorio), lo definisce “un vero e proprio microcosmo, un contenitore architettonicamente reale (di cui avere cura e rispetto) capace di garantire un’immersività nelle immagini, non subìta ma consapevole”.
Digital Materiality and Artificial Intelligence
A cura di Chiara Borgonovo, Paolo De Gasperis, Francesca Pola e Antonella Sbrilli
13 maggio 2024, ore 15:00 – 18:00
14 maggio 2024, ore 10:00 – 13:00
Università Vita-Salute San Raffaele, Milano
Sede di Palazzo Arese Borromeo, via Borromeo 41, Cesano Maderno (MB), Aula 8
Programma
Il convegno si svolge in lingua inglese e si può seguire in streaming: http://bit.ly/3tSWk5Y
Le immagini di Palazzo Arese Borromeo a Cesano Maderno e le citazioni relative sono tratte dall’articolo di Alessandro Rossi, L’arte in presenza: il Palazzo Arese Borromeo, blog/unisr.it/, 17 gennaio 2022