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Appendice, fonti e bibliografia critica relativa all’articolo di Flaminia Petrassi

Il significato dei colori nei volumi della Libraria di Francesco Maria II e un nuovo sguardo su alcuni ritratti della collezione roveresca

Appendice

1 – ZONTA 1912, pp. 249-305:

«Ogni colore ha il suo significato: il verde speranza, il nero fermezza e dolore, il giallo disperazione, il rancio contento, il bianco purità e fede, l’azzurro gelosia, il leonato noia e fastidio, il cangiante instabilità e leggerezza, il bigio travaglio, e così gli altri di mano in mano. Però bisognerà che tu gl’intenda, ed a proposito gli sappi rispondere. E, poiché dei favori parliamo, io voglio, per più segno d’amore, che tu porti la impresa sua, la quale troverai nei colori del primo favore ch’egli ti manderà, e, se possibile sarà, in loco ch’egli la possa vedere ed egli altri non dia da sospettare; e potra’lo fare appiccando questo pendaglio, che hai in fondo alla collana, con un chiappettino di quel colore, dove ora è appeso con seta rancia».

2 – Da CIAN 1894, p. 26:

«Si come il verde importa speme e amore,/ Vendetta il rosso, il turchin gelosia,/ Fermezza il negro e ancor malinconia,/ Il bianco mostra purità di core/ Il giallo aver estinto ogni ardore,/ E chi veste morel secreto sia,/ Di lundra poi fastidio e fantasia,/ il berettin travaglia, pene e errore./ In questo ultimo volsi a te venire,/ Abito conveniente a chi mi manda,/ Perché in me legga quel che non può dire:/ Lui senza fine a te si raccomanda,/ E qualche premio aspetta al suo martire,/ Chè chi ben serve e tace, assai si raccomanda».

3 – Su Marin Sanudo, CIAN 1894, p. 35:

«Simplice, il bianco mostra puritade,/ fede, se avvien che compagnato sia,/ il turchin, quando è misto, gelosia,/ e scompagnato e sol, tranquillitade./ Vendetta il rosso insiem, sol crudeltade,/ sol, fastidio, tanè, insieme fantasia,/ il negro, solo, gran malinconia,/ fermezza, insieme, ovver stabilitade./ Sol, paonazzo, secreto, insieme amore,/ il giallo accompagnato, contentezza,/ e sol, disperazione d’ogni favore,/ Verde, speranza insieme, solo, allegrezza,/ in compagnia, l’incarnato, dolore,/ sol, pertinacia o internata fierezza./ Il berettin poi severezza,/ mostra errore s’appar sol in un taglio,/ e col compagno poi briga e travaglio».

Ma anche S. Baggio, I colori delle vesti. Materiali rinascimentali, in Sanga G. (a cura di) “La ricerca Folklorica”, N. 14, L’abbigliamento popolare italiano, 1986, p. 92:

«Broccato,  onor, velluto,  umilitade  / Dimostra,. il  raso summa gentilezza,  / Fraude il  canzante o instabilitade,  / I1  damaschin, naturale asprezza;  / Sciamito e sandalin, simplicitade,  / Taffetà,  ingegno e d’animo  acutezza,  / Viltà la sagia demostra in ciascuna,  / Zambellotto e tabì, grave  fortuna».

 4 – L’Interpretatione de colori da incerto auttore composta et Nuovamente posta in luce, Modena, presso eredi di Cornelio Gabaldini, 1567, p. 2:

«L’Incarnato color’amor fa chiaro / Donne leggiadre e il Verde all’Huom da speme, / Il Negro fede e il Bianco giunto insieme / secreto da è il Torchin fermo riparto: / Rosso è crudel dal Gial soperbo imparo / conoscer l’Huomo et come il Morel teme, / et come il Beretin dispera, e geme, / Quanto è il morir’il Sambugato ha caro: / Ranzato mostra gelosia, / E Rosa secca è segno d’Amor spento, / Tanè d’inganno, et Meschio di pazzia, / E se tall hor pur il contrario sento, / Colpa non è de la ragion ma sia, / Di chi il ver cuopre ad altro forse intento»

5 –  OCCOLTI 1568, cc. 4 r e 4 v:

«Mostra il Bianco humiltade in puro core/ Fermezza eterna il Ner; l’Oro gran fede,/ L’Argento il suoi desir pien di valore/ Se il Berettin più chiar, che oscur si vede/ Poco ferma humiltà mostra di fuore./ Contra gli effetti de l’oscur, che eccede/ Di stabile humiltà qual altro sia/ Che gentilezza mostra, e cortesia // Come da’ grato odor vaga viola/ Il Berettin, ch’l suo color adopra/ L’effetto c’ha gentil da quella inuola,/ Onde grata humiltà par che discopra./ Non mostra l’Argentin lasciuia sola/ Che ancor dimostra che chi ‘l mette in opra/ Accesi ha i suoi desir d’alta grandezza/ Costante in humiltade, e gentilezza.// Mostra il Rosso che sia ne l’huomo ardire,/ Il Turchin lealtà, speranza il Verde/ Chiaro, e s’oscuro sia brama il morire;/ Il Verdegiallo ogni speranza perde./ Accolto ha l’Incarnato il suo desire/ D’Amor; e dentro al gial par che s’inuerde;/ La certezza d’ardire, e di valore,/ Ranzato, o Zizolin se sia il colore.// Ma se dell’Oro ha in se qualche sembianza/ Mostra certezza di provata fede;/ S’egli alla paglia s’assomiglia, avanza/ Ogn’altro di bontà: ma se s’inverde / Di semplice color, dà rimembranza/ De lo stato in cui l’huomo riposa e siede e / Mostra certezza di pronata fede,/ S’egli a la paglia s’assomiglia, auanza/ Ogni altro di bontà; ma se s’inuerde/ Di semplice color, dà rimembranza/ De lo stato in cui l’huom riposa, e siede e/ Mostra il Morello passion d’amore,/ E ‘l taneto costante ardito core.// Scopre il Mischio dubbioso, e incerto stato/ Il vermiglio disdegno, ira e furore,/ L’Atro discordia, e se pur è celato/ Mostra, e discopre il Pallido timore,/ Il Ziallolin dimostra esser gabbato;/ Morte il Cinereo, e vn lasciato amore;/ La Rosa secca, il Cesio aspra fierezza,/ Negligenza il Violetto, e gran fredezza».

6 – VINCIGUERRA 1939, pp. 102-103:

«Convien al secol nostro abito negro,/ pria bianco, poscia vario, oggi moresco,/ notturno, rio, infernal, traditoresco,/ d’ignoranze e paure orrido ed egro./ Ond’ha a vergogna ogni color allegro,/ ché ’l suo fin piange e ’l viver tirannesco,/ di catene, di lacci, piombo e vesco/ di tetri eroi, ed afflitte alme intègro./ Dinota ancora la stoltizia estrema,/ che ci fa ciechi, tenebrosi e grami,/ onde ’l piú oscuro il manco par che prema./ Tempo veggo io ch’a candidi ricami,/ dove pria fummo, la ruota suprema,/ da questa feccia, è forza ne richiami».

In allegato al testo, anche il seguente commento:

«I colori, de’ quali si diletta ogni secolo e nazione, mostrano i costumi di quella. Ed oggi tutti amano il nero, proprio della terra, della materia e dell’inferno, di lutto e d’ignoranza segno. Che il primo colore fu il candido celeste, si vede nelle istorie di Roma; poi rosso nella bellica crudeltá; poi vario nelle sedizioni; poi venne il bianco a tempo di Giesu Dio, e tutti battezzati prendevano la veste bianca, e da quella per vari colori siamo ora arrivati al nero. Dunque torneremo al bianco, secondo la ruota fatale. E cosi pruova ne’ Profetali, che i cardinali vestiranno di bianco».

7 – Calli si esprime anche in riferimento ai colori applicati alle Armi. CALLI 1595, p. 29:

«L’argento significa purità o giustitia./ L’oro nobiltà o ricchezze./ Il rosso alterezza od ardire./ Il verde letitia, bellezza o bontà./ L’azzuro lealtà o scienza./ La porpora abbondanza de’ beni./ Il nero simplicità o mestitia del mondo».

A seconda che siano indossati da un Uomo o da una Donna, esprimono differenti idee:

«Bianco: Sopra Huomo è onesta; sopra la donna castità. Il giallo: Sull’uomo è Godimento, ricchezza; sulla donna Gelosia. Il Rosso: sull’uomo Buon cuore; sulla donna Ostinatione. Il Verde: Sull’uomo Vaghezza e piacevolezza; sulla donna Amore. L’Azzurro: sull’uomo sapere e Fedeltà; sulla donna Cortesia. Il Violetto: Fedeltà. Il nero: Simplicità et asprezza di vita».

Sonetto di Antonio Beffa in BAROCCHI 1973, p. 2339:

«Niuna cosa è più degna in Amor della fermezza. / Nero, che non si può mutar, significa fermezza./ Bianco, da ogni cosa macchiato: purità./ Verde, da cui vengon le frutta: speranza./ Rosso, acceso com’il foco che consuma: vendetta e furioso amore./ Turchino, simile alla purità del Cielo: pensier leale et mosso da gelosia./ Giallo, color di metallo: più perfetto contento et compimento./ Gli altri colori sono artificiosi./ Il morello, scuro e composto di nero e di rosso, significa amor segreto./ Il morel chiaro, di nero d’azzuro et di rosso: amor palese./ Il violato, d’azzuro et di rosso: traditore./ Il leonato scuro, di giallo et di nero: fastidio./ Il leonato chiaro, di nero chiaro, di bianco et di giallo: allegrezza./ L’incarnato, di rosso e di bianco: dolore./ Il berettino: travaglio./ Il cangiante: volubilità di pensiero»

Sonetto di Alciato in BAROCCHI 1973, p. 2341:

«Il color nero è di tristezza segno/ E però nelle morti altri ricopre. / Il bianco purità sempre dimostra,/ Speranza il verde, contentezza il giallo./ Ve<n>detta il rosso, gelosia il turchino./ Travaglio il bigio, il perso amor segreto/ Ma sì come diversi la natura/ Colori forma, così ancor diverse/ Sono le qualità, che lor si danno».

Sonetto di Giacomo Beffa BAROCCHI 1973, pp. 2341-2342:

«S’io vesto negro, ognor son fermo e gramo, / e di bianco son pien di pura fede, / col giallo son di contentezza erede, / col morello segreto e ognor mi chiamo. / Col verde spero e spero quel ch’io bramo, / ma travagliato sempre ognun mi vede / col berettin; e ‘l mio tanetto crede / pormi in odio a colei che pur tant’amo / S’io mi vesto di rosso, i’vo’ far guerra; / se poi d’arancio, i’ son pien di matezza; / e d’incarnato, pien d’affanno e doglia; / ma col turchino serò felice in terra, /  perch’a perseverar mia mente ho avezza / fin che veda due alme in una voglia//».

Sonetto di Serafino Aquilano in BAROCCHI 1973, p. 2342:

«Chi veste il verde, mostra amor sincero / e speranza con fede insieme unita, / ché senza speme amor non fu mai vero. / Chi veste il berettin, doglia infinita / dimostra e che ‘n travaglio e ‘n cieco errore / meni niseramente la sua vita. / Chi veste il giallo, mostra ogni suo ardore / aver estinto, e senza alcun sospetto / in gaudio e ‘n libertate aver il core. / Chi il tanè veste, mostra aver nel petto / fantastico voler, pieno d’asprezza, / noia, impaccio, fastidio, ira e dispetto. / Chi veste il negro, dimostra fermezza, / maninconia, mestizia, doglia e pianto, / senza pur un piacer, senz’allegrezza. / Chi il pavonazzo veste, ei mostra quanto con malizia, prudenza e sen[n]o sia / e segretezza grande in ogni canto.//»

Sonetto di Antonio Calli in BAROCCHI 1973, p. 2343:

«Chi il turchin veste, mostra gelosia, / grave sospizion, madre al disdegno, / e chi in pensar d’altrui sé stesso oblia. / L’incarnato vestir dà un certo segno / d’aspra durezza e d’importunitate / e che d’ostinazion l’animo è pregno. / Chi veste il bianco, mostra purtiade, / semplice, netta e preciosa fee, / casta virginità, somma bontate. / Al vermiglio vestir chiaro si vede il fervido pensier di cruda guerra / nel vendicarsi, ch’à fermato il piede. / Chi divisando più colori afferra, / dimostra esser volubili e leggiero, / e poco sal nella sua zucca serra. / Ma se, chiudendo, vogliamo dir il vero, / tra’ vestimenti alcun non è più crudo, / e detto sia con pace del Veniero, / del gir per forza a mezo il verno ignudo. //»

Fonti

CALLI 1595

A. Calli, Discorso de’ Colori d’Antonio Calli. Lettione degna et Piacevole, presso Lorenzo Pasquati, 1595.

CELEBRINO 1535

E. Celebrino, Pantheon opera nuoua chiamata Pantheon: nella quale si contiene varij capitoli &

sonetti. Et prima. Capitolo del significato delli colori. Capitolo de varie openioni. Capitoli dui de virtu. Capitolo de fortuna. Capitolo de speranza. Capitolo de fede. Capitolo de morte. Capitolo de fama. Sonetto de iustitia. Sonetto alli archimisti, Napoli, presso Mathio Canze de Bione, 1535.

CORSUCCI 2581

G. A. Corsucci, Il vermicello della seta, del Corsuccio del Sascorbaro, nuovamente venuto in luce, Rimini, presso Giovanni Simbeni, 1581.

DE BAÏF 1536

L. De Baïf, De re vestiaria libellus, Parisiis, presso Roberti Stephani, 1536.

DE BAÏF 1537

L. De Baïf, Lazari Bayfii Annotationes in legem 2. De captiuis & postliminio reuersis, in quibus tractatur de re nauali, per autorem recognitae. Eiusdem Annotationes in tractatum de auro & argento legato, quibus vestimentorum & vasculorum genera explicantur. His omnibus imagines ab antiquissimis monumentis desumptas ad argumenti declarationem subiunximus. Item Antonii Thylesii De coloribus libellus, a coloribus uestium non alienus, Basilea, presso Froben Hieronymus & Episcopius Nikolaus, 1537.

DOLCE 1565

L. Dolce, Dialogo di M. Ludovico Dolce nel quale si ragiona della qualità, diversità e proprietà dei colori, Venezia, presso Giovanni Battista e Marchiò Sessa, 1565

DOLCE 1863

L. Dolce, Dialogo della pittura; ove Pietro Aretino, l’uno degli interlocutori, dimostra l’eccellenza di Tiziano nel dipingere; aggiunte le Lettere di Tiziano a varii, e dell’Aretino a Tiziano, Milano, G.Daelli e comp. Editori, 1863.

DONI 1549

A. F., Doni, Disegno del Doni, partito in piu ragionamenti, ne quali si tratta della scoltura et pittura;de colori, de getti, de modegli, con molte cose appartenenti a quest’arti, et si termina la nobiltà dell’una et dell’altra professione. Con historie, esempi et sentenze et nel fine alcune lettere che trattano della medesima materia, Venezia, presso Gabriel Giolito de Ferrari, 1549.

EQUICOLA 1525

M. Equicola, Libro de natura de amore, Venezia, presso Lorenzo Lorio da Portes, 1525.

GROSSATESTA 1514

R. Grossatesta, De coloribus, Venezia, presso Ottaviano Scoto ed eredi, 1514.

LEONI 1599

B. Leoni, Origine et fondatione dell’ordine de’ crociferi, descritta dal reverendiss. monsignor Benedetto Leoni vescovo di Arcadia, Venezia, presso Gratioso Perchacino, 1599.

LOMAZZO 1585

G. P. Lomazzo, Trattato dell’arte della pittvra, scoltvra, et architettvra di Gio. Paolo Lomazzo milanese pittore, diviso in sette libri ne’ quali si discorre De la Proportione. De’ Moti. De’ Colori. De’ Lumi. De la Prospettiva. De la prattica de la Pittura. Et finalmente de le istorie d’essa Pittura, Milano, presso Paolo Gottardo Pontio, 1585.

LOMAZZO 1844

G. P. Lomazzo, Trattato dell’arte della pittura, scultura ed architettura di Gio. Paolo Lomazzo pittore del XVI secolo, Roma, presso Saverio Del Monte, 1844.

MORATO 1559

F. P. Morato, Del significato de colori e de mazzolli, operetta di Fulvio Pellegrino Morato Mantovano, nuovamente ristampata, Venezia, presso Francesco II di Salò e collaboratori, 1559.

OCCOLTI 1568

  • M. Occolti, Trattato de’ colori, Parma, presso Seth Viotto, 1568.

PINO 1548

P. Pino, Dialogo di Pittvra di Messer Paolo Pino, nvovamente dato in lvce, Venezia, presso Paulo Gherardo, 1548.

PORZIO 1548

S. Porzio, De coloribus libellus, Firenze, presso Laurentii Torrentini, 1548.

PORZIO 1551

S. Porzio, Trattato de colori de gl’occhi dello Eccellentissimo Filosofo M. Simone Portio Napoletano. Allo illustrissimo e Reuerendissimo Cardinale di Mantoua. Tradotto in volgare per Giouan Batista Gelli, Firenze, presso Lorenzo Torrentino, 1551.

RINALDI 1584

G. Rinaldi, Il Mostruosissimo mostro, diuiso in due Trattati, nel primo de’ quali si ragiona del significato de’ colori, nel secondo si tratta dell’herbe, & fiori, Ferrara, presso Vittorio Baldini, 1584.

ROMULO 1595

G. F. ROMULO, Instrvttione di qvanto debba far il Christiano per ascoltar deuotamente la Santa Messa. Raccolta da Varij scrittori cattolici, Cremona, presso Barucino Zanni, 1595.

SCARMIGLIONI 1601

G. A. Scarmiglioni, Vidi Antonii Scarmilionii Fulginatis, medcinae theoricae in ARchigymnasio viennensi Professoris Ornidarii, De coloribus, libri duo: nunc primùm in lucem editi, Marburgo,pressoPaul Egenolff, 1601.

ARALDO 1565

S. Araldo, Trattato dei colori nelle arme, nelle liuree, et nelle diuise, Venezia, presso Domenico Nicolino, 1565.

SIMIANI 1894

  • Simiani, La vita e le opere di Nicolò Franco, Torino, Tipografia L. Roux e C., 1894.

TELESIO 1528

A. Telesio, Antonii Thylesii Cosentini, Libellus de coloribus, ubi multa legvntvr praeter aliorvm opinionem, Venezia, presso Bernardini Vitalia Veneti, 1528.

VECELLIO 1590

C. Vecellio, Degli Habiti antichi, et moderni di diverse parti del mondo, Venezia, presso Damiano Zenaro, 1590.

WALLER 1686-1678

R. Waller, Catalogue of simple and mixt colours, with a specimen of each colour prefixt to proper name in Philosophical transactions: giving some account of the Present Undertakings, Studies and Labours of the Ingenious, in many considerable parts of the World, vol. XVI, London 1686-1687, pp. 24-32

Bibliografia critica

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