Caravaggio 1600 la Deposizione

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Descrizione

Storia dell’arte 124, Settembre – Dicembre 2009

Maurizio Calvesi

Caravaggio 1600 la Deposizione

La conferma al 1600 della Deposizione, anche a prescindere dai documenti, appare pertinente al percorso stilistico del Caravaggio e risulta essere un buon appiglio per fissare allo stesso anno il primo San Matteo e l’angelo e non spingere troppo avanti nel tempo le tele Cerasi. Uno scarso distacco di tempo intercorre, probabilmente, tra la prima Conversione di Saulo (Odescalchi) e la seconda versione definitivamente accolta. A seconda dell’evidenza che il pittore voleva dare all’azione, egli adottava uno stile più dinamico e meno bloccato, al contrario di quando, invece, intendeva mettere l’accento sull’epifanica sacralità dell’evento: così nella Deposizione Vaticana, che giustamente è stata vista come la più vicina all’illustre tradizione rinascimentale; e lo è anche, appunto, per la precocità della datazione. La Deposizione è così una grande “macchina” compositiva, di un michelangiolismo mentalmente trasposto e rielaborato, e fa grandeggiare, più che in ogni altro quadro posteriore, le figure rispetto allo spazio del quadro (sondato peraltro in tutte le direzioni).

Informazioni aggiuntive

Numero

124