Descrizione
Storia dell’Arte 104-105, Gennaio – Agosto 2003
Marco Gallo
La predella della pala del Maestro dell’Osservanza: note sull’iconografia di Sant’Ambrogio flagellante gli ariani e di San Girolamo eremita penitente in rapporto all’uso di due differenti schemi prospettici e alla dialettica tra vita attiva e vita contemplativa
L’opera eponima del Maestro dell’Osservanza è un trittico che in antico era posto nella chiesa di San Maurizio a Siena, sull’altare della cappella Orlandi, che era dedicata ai santi Girolamo e Ambrogio; dopo la soppressione di quella parrocchia, nel 1783, il dipinto fu trasferito nella Basilica dell’Osservanza, situata extra mœnia, nella quale è tuttora conservato, a eccezione della predella, esposta nella Pinacoteca della città. L’identità del Maestro è ancora incerta, dopo la proposta del Brandi di riconoscervi il giovane Sano di Pietro, rivelatasi però di difficile accoglimento (benché di recente ripresa da A. De Marchi e G. Chelazzi Dini): la rosa dei “candidati” più accreditati è ristretta oggi a due misteriosi artisti, Vico di Luca e Francesco di Bartolomeo Alfei (rispettivamente documentati dal 1426 al 1449, e dal 1453 al 1483): l’identificazione con quest’ultimo nome, avanzata nel 1985 da Alessi e Scapecchi, pare la più suggestiva, benché così facendo permangano irrisolte questioni capitali, quali ad esempio quella della Pietà con donatore e san Sebaldo (cosiddetta Pietà Serristori, Siena, Monte dei Paschi), databile con sicurezza al 1432-1433, che è assai prossima allo stile del Maestro, e che resta dunque arduo espungere dal suo corpus, come invece propongono Alessi e Scapecchi.