Descrizione
Storia dell’Arte 118, Settembre – Dicembre 2007
Antonella Sbrilli
La presenza del Tristram Shandy sulle soglie del Dada
L’articolo mette in relazione il romanzo di Laurence Sterne, La vita e le opinioni di Tristram Shandy, gentiluomo (1759-1767), già riconosciuto antecedente dello spirito decostruttivo delle avanguardie del primo Novecento, con il movimento dadaista. Tale collegamento è indagato sulla scorta di alcune evidenze linguistiche e tipografiche, come ad esempio il termine dada (cavallo a dondolo), che viene usato dai primi traduttori francesi del Tristram Shandy per rendere l’originale hobby-horse, nel senso di gioco preferito e fissazione; la diffusione dello pseudonimo Tristan, imparentato con Tristram; l’uso di analoghi espedienti tipografici, come la manicula. Sono presi in considerazione anche singoli temi comuni quali il celibato, la macchina e l’interesse verso la parodia del linguaggio e il gioco con le parole.
A supporto di questo collegamento, e in mancanza di esplicite dichiarazioni dei protagonisti, sono analizzate possibili fonti (de Maistre, Charles Nodier, Nietzsche) attraverso le quali la conoscenza del Tristram Shandy possa essere arrivata agli esponenti del Dada.