Descrizione
Storia dell’Arte 118, Settembre – Dicembre 2007
Massimo Pulini
Lo Spadarino tra damnatio memoriae e riscoperta
Giovanni Antonio Galli detto lo Spadarino nel 1647 riceve l’incarico di realizzare due dipinti per la cappella del Coro di S. Pietro. I dipinti, però, non dovevano essere posti sugli altari ma servire da modelli per la loro traduzione a mosaico. I canonici della Basilica infatti volevano in questo modo assicurare eterna sopravvivenza alle pitture. Questa singolare vicenda viene ricostruita dall’autore che individua nella chiesa di S. Domenico di Urbino due tele gigantesche dello Spadarino, che riconosce essere i modelli originari per la trasposizione musiva nel Coro in S. Pietro. Il saggio si conclude con un elenco aggiornato di opere attribuite al maestro.