«Torres adest»: i segni di un arcivescovo tra Roma e Monreale

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Descrizione

Storia dell’Arte 116/117, Gennaio – Agosto 2007

Vincenzo Abbate 

«Torres adest»: i segni di un arcivescovo tra Roma e Monreale

Ludovico II de Torres (1551-1609), arcivescovo, cardinale, studioso di retorica, di filosofia, di diritto civile e canonico, figlio spirituale di Filippo Neri, amico di Roberto Bellarmino, collaboratore di Cesare Baronio, corrispondente epistolare di Federico Borromeo, pastore pio e illuminato della diocesi di Monreale, «figlio fedele della controriforma» volto al bene dei poveri con studio e carità, istitutore del locale Seminario per futuri sacerdoti improntati allo zelo Oratoriano e al fervore dei Gesuiti. «Liturgista, storico, erudito», rigoroso esecutore delle norme conciliari tridentine, «Monsignore» – come cita sovente l’autore che ne ricostruisce minuziosamente tutti i tempi della vita di ecclesiastico – esprime nella sua veste di committente la complessa personalità teologica e giuridica attraverso i tanti documenti biografici, dato il prevalere dell’importanza della “liturgia”, ossia del linguaggio comune e universale cui si rivolge la Chiesa subito dopo il Concilio. Nipote di ecclesiastici ma anche vescovo animato da spirito apostolico, la sua presenza a Monreale (1588) si manifesta nella stretta connessione fra la tradizione, la centralità romana, la scelta di forme artistiche e rappresentative che rispondessero all’«uso del sacro» nel modo più consono e coerente ai tempi. Sulla ridefinizione simbolica della Cappella di S. Castrense l’autore affronta il tema dell’arte sacra mettendo in rilievo tutte le componenti di una produzione artistica in un contesto religioso e di storia ove architettura, decorazione, suppellettili, richiedono e consentono comunque un aggiornamento materiale e di dottrina. Ecclesiastico «restauratore, pastore» post-tridentino il de Torres sprona il popolo, è «uomo di cultura» e collezionista, è un protagonista della Riforma cattolica che ricollocava, in quel passaggio di secoli, la propria organizzazione nella storia e nella pietà.

Informazioni aggiuntive

Numero

116/117