Descrizione
Storia dell’arte 122/123, Gennaio – Agosto 2009
Veronica Carpita
Tra Tasso e Galileo: l’idea bifronte del museo di Francesco Angeloni
Francesco Angeloni (1587-1652), segretario del cardinal Ippolito Aldobrandini, umanista e grande erudito, possedeva a Roma una nota raccolta di numismatica e di antichità. Un nucleo consistente della collezione sarà in seguito ereditato da Giovan Pietro Bellori, suo figlio adottivo. Tra i manoscritti di Angeloni conservati alla Biblioteca Marciana di Venezia, l’autrice rintraccia un documento inedito di notevole interesse per la storiografia artistica intitolato, Dello Studio dell’opere più belle della Natura e dell’Arte. L’opera, scritta in forma di dialogo nel 1630-31, è attribuita dall’autrice ad Angeloni, per esporre la propria “idea” di Museo. Il trattato è una vibrante difesa dall’accusa di «vana curiosità» mossa da Galileo Galilei, e ne dimostra l’utilità didattica. Il programma del Museo angelonio ruota attorno a due principi opposti: da un lato propone l’osservazione scientifica della natura secondo il nuovo metodo di Galileo, e dall’altro celebra l’idea di bellezza e armonia della poetica di Torquato Tasso.